La fine di una saga

Ebbene si, non ce la faccio a non scrivere nulla, sulla fine della trasposizione cinematografica delle saga di Twilight.

Molto probabilmente questo avrà delle ripercussioni, ma sopravviverò lo stesso, come? Staremo a vedere, ma andiamo con ordine.

Ieri sera sono stata a vedere la Breaking Dawn parte 2: mi è piaciuto, vi dirò di più, mi è piaciuto più del libro. Lo so, è incredibile, ma di tutti i film che sono stati tratti dai romanzi di questa saga, questo mi è piaciuto più di tutti.

E’ necessario che vi parli del mio incontro con Bella: il primo libro mi è stato prestato da un’amica che, in tempi non sospetti, lo aveva letto e me lo aveva passato. ma perchè l’ho letto?

Perchè allora uscivo con altre ragazze che avevano perso completamente la ragione per questa storia, più giovani di me ma non troppo.

Non ho saputo resistere alla curiosità: il primo libro l’ho letto tutto in una notte e mi  sono innamorata di Bella, si, perchè Lei è esattamente lo stereotipo dell’adolescente, goffa, imperfetta ma soprattutto in preda all’onnipotenza. Sfido chiunque lavori con gli adolescenti a non ritrovarceli.

Certo che sono stata coinvolta anche dalla storia d’amore, soprattutto dal dilemma di Bella tra il sole/Jacob e la notte/Edward (ovviamente viva i lupi, ma questa è un’altra storia).

Letto il primo, come ogni amante delle saghe, a prescindere dall’argomento trattato, ho letto anche gli altri libri e quindi ho visto i rispettivi film.

Che dire, come sempre la parola scritta è migliore tranne che con questo film che mi ha alleggerito molto l’ultimo libro, non so se questo sia dipeso dal fatto che ha un respiro corale, e che la storia tra i tre è più marginale, ma Breaking Dawn è stato più faticoso degli altri.

Non fraintendetemi, sono scritti abbastanza bene, scorrono ma rispetto agli altri 3 ho fatto più fatica.

Perchè scriverci un post? Perchè quando finisce una saga ti rimane un vuoto, almeno a me che la finisco di leggere/vedere e mi viene un pò di malinconia, certo che si può rileggere o rivedere ma non è più come la prima volta: la suspance, la tensione, l’attesa. Tutto è ormai svelato, spiegato o lasciato volutamente in sospeso (tipo: Vuoi che i Volturi non cerchino di attaccare ancora briga? Non diciamo altro per non svelare niente). Ormai i Cullen ci hanno lasciato ma fortunatamente ho una nuova saga fantasy che mi aspetta, meno male!

Alla prossima

I Social Network

Ma quanti ce ne sono?!? Io non ce la faccio a stargli dietro…
Ce n’è per tutti i gusti: per i professionisti, Linkedin, poi c’è Facebook, Twitter, Google+, ora BiosBook. Capisco la voglia di condividere e la necessità di creare strumenti sempre ad hoc, ma non ci si fa’!

Ho tralasciato tutti quelli che utilizzano le foto perché non li uso, ma so che ce ne sono diversi.

Qual’è il problema? La curiosità, prima di tutto, l’interesse lavorativo che va a braccetto con il primo,e se ti piace il nuovo social? A stare in pari con tutti diventa, appunto, un lavoro!

Senza contare che per imparare a capire come funzionano mi ci vuole un pò, sono lenta, sulla tecnologia poi…

Uffà in un mondo di lepri, sono una tartaruga.Mi direte ma esiste Hootsuite e lo uso infatti, ma mi piacciono  le pagine dei social: tutte colorate, con le foto, d’altro canto dedichi del tempo per renderle carine, se poi non te le godi che gusto c’è!

Si, sono pure esigente.

Formazione

La formazione, in qualsiasi ambito, è importantissima, lo è ancora di più quando si deve imparare un “nuovo mestiere”. Ma come fare se i corsi costano di più del tuo attuale stipendio? Le considerazione possono essere due: costanno molto, ed io guadagno poco.

Entrambe vere e false. I corsi che ho visto, sul webmarketing ,costano dai 200€ per un giorno a 450€ per 2 giorni, senza contare i costi della transferta; io sono una libera professionista che riesco a tirar fuori a fine mese quasi quanto un part-time, dal quale togliere le spese ovviamente. Che fare allora? Leggo libri, seguo blog, ma essendo abituata a formarmi sento che mi ci vorrebbe altro, ma come fare?

Anche perchè trovare un corso non è semplice: qual’è il più adatto da chi viene da un altro mondo? Mi ci vorrebbe un infarinatura sul marketing e qualche dritta per l’utilizzo dei social network.

Suggerimenti?

E-reader , ma quale?

Decisione presa, me lo compro, ma lo non lascio i libri di carta sia chiaro.

Il mio rapporto con i libri è fisico, non fatevi idee strane! Ma quando scelgo un libro, lo controllo: nessun graffio sulla copertina, nessuna pagina piegata, la copertina rigida deve essere integra, lo so sono esagerata!

Dopo che l’ho comprato: ne annuso le pagine, eh lo so è da fissati ma è buonissimo il profumo delle pagine stampate.

Perchè compro l’e-reader? Perchè dicono, amici che ce l’hanno, è un’altra cosa.

E’ comodo per le trilogie, puoi portarti dietro tutti i libri iniziati che hai, senza appesantire la borsa; per me che uso i mezzi pubblici è l’ideale, e poi i miei autori continuerò a comparmeli di carta.

Se devo essere sincera fino in fondo, l’aspetto che mi fa più gola è il prezzo dei titoli che ora inizia ad essere interessante. Quante volte ho dovuto decidere che libro comprare perchè avevo/ho un budget limitato, oppure un titolo m’incuriosiva ma di “buttarci” 20€ non mi andava.

Ma quale? Sono orientata sul Kobo, non so se il modello Touch o Glo, che hanno caratteristiche diverse tra loro e quindi differenza di prezzo.

Mi piace che sia legato alla Mondadori, c’è chi mi ha consigliato il Kindle Paperwhite, ma voglio essere un pò campanilista, so che la piattaforma hardware (non so se può essere definita così la struttura fisica, chiedo venia agli specialisti) è straniera, ma mi piace proprio che una nostra storica casa editrice si sia mossa in questo senso, so che ha creato una nuova piattaforma web per acquistare i titoli e questo mi piace di ancora di più.

Quindi ho deciso, lo compro e compro il Koboglo, ma si, sdiamoci!

Appena l’ho provato vi faccio sapere!

Alla prossima!

Cambio di stagione

Il tempo è cambiato, quindi anche la temperatura allora urge fare il cambio di stagione. Operazione odiota/amata dalle più, affrontata con coraggio e solerzia solo dalle commesse, abituate dal loro lavoro.

Mi ero ripromessa, strano, di farlo fatto bene ovvero seguendo le indicazioni di Carla Gozzi (http://www.carlagozzi.it/web/carla-2/ ), fashion stylist, che seguo da un pò di tempo su Real Time, gran bel personaggio, a me piace. Da un mese a questa parte sta facendo una trasmissione sempre au Real time, chiamata appunto “Il guardaroba perfetto”, potevo lasciarmela scappare? Certo che no!

Carla dice che “il guardaroba di ogni donna dovrebbe essere espositivo come quello di uno showroom…” e che dovrebbe essere organizzato per occasioni d’uso: lavoro, tempo libero e occasioni particolari.

Vi consiglio di guardarlo è utile , il problema è il MIO guardaroba: total black, 1 vestito, 0 gonne,1 maglia rossa, insomma Carlà inorridirebbe, anche Enzo Miccio, ma questa è un’altra storia.

Lasciando da parte il contenuto dell’armadio, non sono stata in grado di  disporlo per occasioni d’uso, da qui due considerazioni: la prima è che passo la gran parte del mio tempo lavorativo a casa (ci lavoro), il secondo, quando lavoro con i ragazzi sono molto sportiva, quindi per niente femminile.

Allora ho pensato di

  1. comprarmi il libro di Carlà : http://rizzoli.rcslibri.corriere.it/libro/6098_guardaroba_perfetto_gozzi.html
  2. fare shopping (averne di money!!!!);
  3. chiamare mia madre a darmi una mano (tanto è una commessa!)

Riuscirò? Intanto per necessità il cambio l’ho già fatto, dividendo i capi per tipo, tanto durerà poco! L’ordine non è una mia caratteristica!
Vedremo!